Instagram, TikTok, Snapchat spopolano tra gli adolescenti. Ma che impatto hanno questi strumenti sullo sviluppo della personalità dei ragazzi? E i genitori cosa devono fare per proteggerli dalle insidie della Rete? Ne parliamo in un'intervista con il dott. Alessandro Doretti, psicologo e psicoterapeuta del Centro Kaleidos
L’uso dei social è sempre più diffuso, soprattutto tra i più giovani. Instagram, TikTok, Snapchat spopolano tra gli adolescenti, abituati a passare dal virtuale al reale con un solo clic. Ma che influenza hanno questi strumenti sulla formazione della personalità dei ragazzi? Quali sono i vantaggi che offrono e le insidie che nascondono? Che cosa devono fare i genitori per proteggere i figli dai pericoli della Rete? Ne parliamo con il dott. Alessandro Doretti, psicologo e psicoterapeuta del Centro Kaleidos.
Qual è l’impatto dei social sullo sviluppo della personalità dei ragazzi?
"L’adolescenza è uno dei periodi in cui più plasmiamo – e viene plasmata – la nostra personalità: ogni azione ha un valore altissimo per la formazione del nostro pensiero, ogni stimolo esterno ha un grande impatto sui nostri valori, ogni esperienza ci permette di apprendere qualcosa sia sul mondo esterno che su di noi. Di conseguenza, tutto ciò che un adolescente osserva facendo lo scroll sulla homepage dei social network, strumenti che frequentano virtualmente diverse volte al giorno, assume un’influenza tutt’altro che trascurabile sulla personalità di un ragazzo. Se il contenuto è formato da immagini (come ad esempio Instagram) e da video (come soprattutto TikTok), l’attenzione dei ragazzi e l’influenza su di essi diventa ancora più elevata. Basti pensare a quante “catene” si sono create in conseguenza di semplici video che sono diventati virali poiché condivisi migliaia e migliaia di volte (vedasi la “Ice Bucket Challenge”).
Questo fenomeno ci obbliga a prestare attenzione alla qualità dei contenuti letti dai ragazzi e al tempo che essi dedicano alla fruizione di queste informazioni e alla loro condivisione. Si potrebbe dire che condividere sulla propria pagina social un contenuto equivalga ad affermare pubblicamente “io credo in ciò”, come dire “questo è un mio valore”".
Quali sono i vantaggi e i rischi per gli adolescenti sul piano emotivo e relazionale?
"Quando si parla di social network negli ultimi tempi si pensa spesso solamente agli aspetti negativi. Isolamento sociale, passività nella fruizione dei contenuti, alterazione del ciclo sonno-veglia, confusione tra reale e virtuale, sono solo alcune delle conseguenze di un’eccessiva esposizione a questi mezzi. Ma, come sempre accade, è l’esagerazione che porta con sé una negatività, rendendo quindi lo strumento qualcosa di nocivo.
Al contrario, se usati con equilibrio, i social diventano potenti mezzi di comunicazione e di apprendimento: oggi siamo in grado di venire a conoscenza di numerosi punti di vista su una precisa tematica proprio grazie alle diverse informazioni condivise sui social. Ciò permette di arricchire il proprio bagaglio di conoscenze e di formarci, anche da un punto di vista emotivo.
Inoltre, la possibilità di venire a contatto con persone che, per diverse ragioni, non possono fare parte della nostra quotidianità, ci dà la possibilità di coltivare nuove relazioni anche al di fuori della nostra quotidianità. Queste connessioni si basano su “regole relazionali” completamente diverse da quelle che si instaurano nei rapporti vis-à-vis.
L’opportunità di ampliare i nostri rapporti, non solo da un punto di vista numerico, ma anche in termini di modalità relazionale (virtuale o vis-à-vis), porta con sé l’implicito apprendimento di nuove competenze relazionali. Queste andranno quindi a formare il nostro “bagaglio” di esperienze utili per poter affrontare nuove sfide e nuove opportunità".
I ragazzi come vivono lo sdoppiamento tra virtuale e reale?
"Come si è già detto, ciò che può essere dannoso non è lo sdoppiamento tra virtuale e reale: dobbiamo pensare che i giovani di oggi sono nati in una società che opera su questi due binari.
La problematica si sviluppa nel momento in cui si assiste ad una dissociazione tra questi due aspetti. Il termine dissociazione viene utilizzato per descrivere la disconnessione tra alcuni processi psichici dell'individuo. Si forma, quindi, un'assenza di connessione nel pensiero, nella memoria e nel senso di identità di una persona.
Possiamo pensare che nel momento in cui si verifica la dissociazione tra virtuale e reale è come se esistessero due versioni della stessa persona all’interno del medesimo corpo, entrambe non in grado di percepire l’altra versione. Ciò significa non poter contare su una identità coerente e quindi funzionale agli scopi della vita quotidiana".
Che consigli dare ai genitori per proteggere i figli dalle insidie della Rete?
"Anche in questo caso è meglio non posizionarsi su fazioni opposte: eliminare la possibilità di aver accesso alla rete è altrettanto dannoso quanto non porre limiti al suo uso.
Come spesso accade, ciò che tutela i nostri figli è la possibilità di essere in possesso di “strutture interne” che permettano loro di filtrare i messaggi provenienti dai social network. Queste si sviluppano grazie al contesto che circonda i nostri ragazzi: il gruppo dei pari è una risorsa importantissima a quest’età ed è pertanto molto importante valutare quali compagnie si frequentano. Ancor più essenziale, però, è la disponibilità da parte dei genitori di assumere il ruolo di “strumenti esterni” che partecipano alla formazione delle “strutture interne”, rendendosi disponibili a partecipare – senza troppe ingerenze nella loro vita, ma senza neanche evitare di intervenire – al processo che permette agli adolescenti di formarsi dei valori a cui riferirsi nella quotidianità. Insomma, il concetto-chiave è l’equilibrio!".
Più fragili e soli o più informati e disinvolti? Come sono le nuove generazioni cresciute con il digitale?
"Sarebbe riduttivo generalizzare pensando che tutti gli adolescenti possano essere inquadrati come più disinvolti e informati o, al contrario, come più fragili e soli. Sarebbe, però, anche poco realistico non considerare che questi sono due estremi che possono effettivamente concretizzarsi. Anche in questo caso ciò che ci deve guidare è l’equilibrio: più informazione non vuol per forza dire meglio informati, come più sensibili non vuol dire più fragili.
Se a ciò si aggiunge che l’essere umano è in continua evoluzione, si può facilmente desumere che l’equilibrio non è un qualcosa che si conquista una volta e per sempre. Al contrario, è qualcosa che va negoziato di giorno in giorno, a seconda della sfida specifica che siamo chiamati a fronteggiare o del contenuto a cui siamo esposti.
Insomma, l’importanza di chi ha una maggiore responsabilità come un genitore è proprio quella di permettere che i ragazzi abbiano continue “rotture” e successive “riparazioni” in modo da trovare sempre un rinnovato equilibrio".
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